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Prato, una città che cambia

I PROFESSIONISTI / Immobiliare e servizi il nuovo mix di attività

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16 Giugno 2008


La cura dimagrante affrontata dal distretto ha lasciato il segno negli studi dei professionisti pratesi. A cambiare è stato soprattutto il mix di attività, fino a pochi anni fa dominato dal dinamismo delle imprese del settore tessile, ora in corso di ridefinizione con l'aumento di peso dei servizi e dell'immobiliare.
«La crisi dell'economia ha ridotto le fusioni, trasformazioni e cessioni aziendali, che sono le attività a più alto contenuto professionale, e ha incancrenito un po' la dimensione del professionista - spiega Silvia Bocci, 41 anni, commercialista dello Studio Biancalani - contribuendo ad appiattire il nostro lavoro su pratiche fiscali e di carattere burocratico-amministrativo. Segnali di crescita arrivano dai servizi, soprattutto il benessere alla persona e lo sport, ma non compensano la contrazione di lavoro causata dal tessile».
A complicare le cose, aggiunge Bocci, è il fatto che il peggioramento economico è andato di pari passo alla crescita esponenziale dei commercialisti, con il risultato «che oggi si assiste a una concorrenza feroce tra i giovani per accaparrarsi i clienti, a scapito della qualità del servizio e della deontologia professionale».
L'emergere di nuovi settori d'interesse economico ha avuto riflessi diretti anche negli studi legali. «Si stanno affermando forme di collaborazione nuove tra pubblico e privato, soprattutto nella gestione dei servizi e nell'urbanistica contrattata - spiega Ilaria Castellani, 40 anni, avvocato dello studio Giovannelli & Associati, specializzato in diritto civile e amministrativo -. A Prato non ci sono ancora opere pubbliche realizzate in project financing, ma la scarsità di risorse degli enti locali ha aperto il terreno alle partnership pubblico-privato».
Inevitabilmente la contrazione del tessile si è fatta sentire sull'attività giudiziale, con la proliferazione delle cause civili per il recupero di crediti. «Ormai si avvia la pratica di recupero anche per piccoli importi - aggiunge Castellani - e questo è il sintomo chiaro di uno stato dell'economia non brillante».
Uno stato che sta modificando gli atti dei repertori notarili. «Meno societario e più immobiliare», sintetizza il notaio Enrico Lanza, 45 anni. «Se da una parte si è ridotta la rete di piccole imprese - aggiunge -, dall'altra, negli ultimi anni, sono aumentate le compravendite immobiliari e il ricorso ai mutui, anche grazie alla forte presenza di extracomunitari che comprano case. E se, da un punto di vista giuridico, il campo immobiliare può apparire meno fantasioso, è anche vero che in una realtà multietnica un semplice atto di compravendita va a toccare tematiche complesse come la comunione dei beni o il reato, introdotto dal recente decreto sicurezza, in caso di cessione a titolo oneroso di un immobile a una persona che soggiorna irregolarmente sul territorio».
(Si.Pi.)

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